Con provvedimento del 30 marzo 2023, il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto nei confronti di Open AI – la società statunitense che gestisce il noto software di intelligenza artificiale Chat GPT – la limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani, con effetto immediato.

Due le motivazioni alla base del provvedimento: da un lato, la mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati; dall’altro, l’assenza di una base giuridica che giustifichi la massiccia raccolta e conservazione di dati personali, sostanzialmete allo scopo di “addestrare” gli algoritmi della piattaforma. Peraltro, come emerge dalle verifiche effettuate, le informazioni fornite da Chat GPT non sempre corrispondono al dato reale, determinando quindi un trattamento di dati personali inesatto.

Da ultimo, nonostante – secondo i termini pubblicati da Open AI – il servizio sia rivolto ai maggiori di 13 anni, l’Autorità ha evidenziato come l’assenza di filtri per la verifica dell’età degli utenti esponga i minori a risposte assolutamente inidonee rispetto al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza.

Contestualmente, il Garante aperto un’istruttoria: Open AI dovrà comunicare entro 20 giorni dall’emanazione del provvedimento le misure intraprese in attuazione di quanto richiesto dal Garante, pena una sanzione fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo.

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